Non la smetteva mai di parlare e spesso mi batteva sulla spalla come fanno i grandi amici, per sottolineare quanta intimità ci fosse tra noi. E parlava solo e sempre di pornografia. Di grandi avventure con le donne, che risalivano a prima del suo matrimonio. Di peni che si scuoiavano cozzando contro vulve foderate di amianto o di amanti talmente focose che dovevano venire soddisfatte con la leva del cambio della Renault 5.
Ogni mattina, appena si partiva sul camion si metteva lo stesso CD (colonna sonora del film Blow) a tutto volume e lui attaccava il racconto del film porno della sera prima. Avevamo diritto a un resoconto dettagliato della trama del film con sputacchi e simulazioni comprese. Mugugnava come un orco e se non lo ascoltavo mi batteva sulla spalla richiamando attenzione massima. Nel suo telefonino aveva una gran quantità di video.C'era tutto il campionario, dal casto spogliarello della minorenne messo in rete dall'ex fidanzato, fino alle sequenze coprofiliache con ogni secrezione umana, vomito compreso.
A volte raccontava anche di armi. Di quando era stato artigliere in Kosovo o da qualche altra parte dell'est, del rinculo di certe mitragliatrici che può romperti i denti, di come abbia fatto saltare in aria una mucca lanciandole una granata.
E' da lui che ho appreso che gli impiccati muoiono con l'uccello duro.
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